Il sistema messo in piedi dal Comune di Venezia per distribuire i buoni spesa è partito in ritardo, è troppo lento, eccessivamente burocratico e non risponde all’urgenza della situazione.
Risulta a dir poco incomprensibile il motivo per il quale il Comune ha deciso di produrre in casa dei buoni cartacei, invece di distribuire – come hanno invece fatto molte città medie e grandi – carte prepagate, legate ai circuiti delle più diffuse carte di credito, che possano essere utilizzate in qualunque esercizio commerciale. Questa scelta implica, inoltre, che solo ed esclusivamente presso gli esercizi convenzionati possano essere utilizzati i buoni distribuiti, limitando enormemente la copertura del territorio (ad oggi, infatti, sono solo 15 in tutto il Comune gli esercizi che hanno sottoscritto la convenzione).
Aggiungiamo che la convenzione che i commercianti interessati dovrebbero sottoscrivere impone a questi ultimi una serie di oneri burocratici a loro carico e che il rimborso dei buoni avviene entro 30 giorni dalla presentazione al Comune della rendicontazione, che deve essere inviata a fine mese, con il rischio di rimanere scoperti fino a 60 giorni (per fare un esempio, a Livorno la convenzione prevede che i commercianti vengano rimborsati entro 15 giorni dalla richiesta).
Non capiamo, infine, per quale motivo, oltre a parrocchie e associazioni, non si siano coinvolte nell’individuazione delle situazioni di disagio e nella distribuzione dei buoni anche le Municipalità, che sono l’istituzione più vicina ai cittadini.
Come segnalato anche con un’interrogazione al Sindaco presentata oggi dal Gruppo consiliare PD, il governo nazionale ha versato in urgenza sui conti comunali le somme destinate ai buoni spesa, che risultano disponibili dallo scorso lunedì 30 marzo, ma a Venezia, a causa delle scelte sbagliate del Comune, molti di coloro che ne hanno bisogno (ossia chi ne ha fatto richiesta online e non è noto ai servizi sociali) riceverà i buoni solo a partire dal 20 aprile e in molte zone della città i beneficiari non troveranno neppure un negozio poterli utilizzare.
Segreteria Comunale Partito Democratico