Il Partito democratico commenta la decisione del Comune di assegnare in comodato d’uso gratuito negozi ai giovani tra i 18 e i 30 anni: “Ci chiediamo chi mai potrebbe pensare di aprire un nuovo negozio in questo grave momento di crisi – interviene Giorgio Dodi, segretario comunale del PD – E chi tra i 18 e i 30 anni riuscirebbe ad ottenere finanziamenti per farlo. Probabilmente chi ha già soldi o proprietà: così il Comune anziché aiutare quei commercianti che sono in estrema difficoltà, che sono sopra i 30 anni e hanno una famiglia da mantenere e magari pure il mutuo, costruisce una messa in scena a puro uso e consumo elettorale”.
Il Partito democratico fa notare inoltre come la norma arrivi fuori tempo massimo: “Avevano 5 anni per farlo, rivitalizzando il commercio in città, e invece arrivano adesso con una mossa elettorale in tempi post covid dove ogni commerciante lavora al 30/40% di prima se va bene – continua Dodi – Dopo i bandi di assunzioni (che arrivano con 5 anni di ritardo e a fronte di una fuga di personale mai vista), ora fingono di muoversi sul commercio di vicinato, non prima di aver devastato la città, specialmente la terraferma, con scelte sempre in senso opposto”.
Sul commercio di vicinato il gruppo consiliare PD aveva elaborato delle proposte concrete: una delibera oltre ad alcuni emendamenti al bilancio. Tutto bocciato o ignorato dalla maggioranza fucsia.
L’ultima è stata un’interrogazione datata 7 aprile, in piena emergenza Covid, in cui il PD chiedeva che il Comune di Venezia assumesse un ruolo di coordinamento e mediazione tra i soggetti proprietari locatori e i negozianti affittuari al fine di definire possibili facilitazioni fiscali ed economiche reciproche per affrontare anche sul piano dell’affitto il periodo di crisi. Già allora moltissimi artigiani e commercianti erano stati costretti a chiudere e non riuscivano a pagare il canone di locazione dei negozi.
“L’avvicinarsi delle elezioni ha fatto sì che il sindaco uscente si ricordasse che Venezia ha anche delle cittadine e dei cittadini, oltre ad essere il bacino dei suoi interessi imprenditoriali – conclude Dodi – peccato però non se ne sia ricordato negli anni precedenti in cui ha malgovernato la città: gli errori e le mancanze di questi 5 anni di amministrazione non si cancellano certo con qualche proposta pre-elettorale”.